La figura dell’head hunter, in italiano cacciatore di teste, è una figura che in Italia può venire sottovalutata o non capita a fondo. Si tratta di una professione di importazione americana sbarca in Italia negli anni ‘70 per poi crescere e svilupparsi gradualmente anche nel nostro paese.
Spesso questa figura – soprattutto sui social media ed in Italia – viene connotata di un’aura negativa. Come il cattivo di un film western.
È probabile che questa connotazione nasca da due motivi fondamentali:
- L’alone di “mistero” che avvolge il modus operandi dell’head hunter.
- La tendenza dei social media – in taluni casi – a far circolare e dare visibilità agli articoli più controversi: in questi casi, parlare male di una categoria professionale garantisce la audience ed il supporto della categoria, non poco diffusa, degli “haters”.
Se relativamente al secondo punto vi è poco da fare in quanto sacrosanta conseguenza della libertà di espressione nel mondo digitale, il presente articolo ha l’ambizione di rispondere invece al primo e fornirvi una maggiore comprensione del lavoro dell’head hunter e delle motivazioni del suo agire.
Ci focalizzeremo soprattutto sul primo contatto che un candidato può avere con un head hunter, in modo da aiutarvi a comprendere la motivazione delle domande che vi vengono rivolte e dell’approccio talvolta peculiare (ed eventualmente mono-direzionale) del flusso delle informazioni. Le figure professionali più ricercate all’interno del mondo del lavoro sono ormai abituate a ricevere contatti quotidiani da head hunter, mentre altre categorie professionali possono essere meno avvezze a questa tipologia di contatto e forse sono state in contatto con un cacciatore di teste una o due volte nel corso della propria carriera.
Un head hunter raggiunge i candidati con cui desidera parlare utilizzando gli strumenti a sua disposizione, anche quelli tecnologici, oggi di gran lunga più numerosi rispetto a qualche anno addietro. L’head hunter entra quindi in contatto con i candidati che ipotizza possano essere allineati con una posizione aperta presso un’azienda che lo ha attivato. Una volta stabilito un primo contatto con voi, l’head hunter vorrà intervistarvi per approfondire la conoscenza del vostro profilo professionale, spesso con una call telefonica o un incontro in videoconferenza.
Durante questo colloquio, vi richiederà di raccontare i passaggi salienti della vostra carriera prima di andare – se opportuno – a darvi dettagli sulla posizione vacante.
Non stupitevi quindi se vi chiederà molte informazioni sul vostro percorso professionale prima di darvi eventuali dettagli sulla posizione aperta. L’head hunter ha infatti bisogno di avere un’idea precisa del vostro percorso e sulle vostre motivazioni per comprendere se la posizione possa essere eventualmente allineata e potenzialmente di vostro interesse.
Il primo colloquio conoscitivo con l’head hunter si articolerà quindi in modo approfondito per far emergere le vostre competenze tecniche, incluse quelle su tool tecnologici che utilizzate, il vostro percorso accademico, le vostre soft skill, le vostre motivazioni e le esperienze professionali che hanno delineato la vostra carriera fino ad oggi.
Sarà particolarmente importante, per l’intervistatore, comprendere le motivazioni che hanno guidato i cambi da una posizione all’altra ed hanno indirizzato il vostro percorso di carriera. In questo modo potrà infatti farsi un’idea dei vostri valori e degli elementi che prioritizzate nel prendere una decisione che impatti il vostro percorso professionale. In tal modo, potrà fare un lavoro migliore nel presentarvi opportunità che siano armonizzate rispetto alle vostre priorità.
Prima o dopo questo colloquio approfondito, vi sarà richiesto anche di illustrare il vostro attuale compenso economico. Questa richiesta, talvolta, può generare stupore e spesso viene additata con sospetto – soprattutto dagli “esperti” che non mancano mai su internet – come un’informazione da non condividere. Questi vi consiglieranno di non dire nulla, come la mamma che dice al figlio di non accettare caramelle dagli sconosciuti.
La verità è che l’head hunter manterrà questa informazione a livello strettamente confidenziale a meno che non lo autorizziate a condividerla con un’azienda per una posizione specifica. E senza di essa rischierà di farvi perdere tempo ed energie in un processo di selezione che già in partenza risulti avere un taglio economico per voi non gratificante.
Qualora la posizione che vi sarà presentata risultasse di vostro interesse – soltanto dopo una vostra autorizzazione le informazioni economiche verranno anch’esse condivise con l’azienda presso la quale è aperta la selezione, in modo che anche il team degli HR interni possa comprendere se proseguire o meno il vaglio della vostra candidatura. Se a valle del colloquio iniziale con l’head hunter l’opportunità per il quale questi vi sta contattando risultasse in linea con le vostre esperienze e motivazioni, si passerà quindi ad approfondire e discutere la job description.
Non meravigliatevi però se – in questo primo step – il vostro interlocutore non potrà darvi immediatamente ogni informazione sulla posizione e sull’azienda.
Può accadere talvolta che le aziende abbiano necessità di ricercare una figura professionale specializzata per progetti fortemente riservati che non sono ancora stati lanciati e pubblicizzati internamente, e che sono quindi connotati da un alto livello di confidenzialità e riservatezza.
Per i gruppi corporate quotati in borsa vi sono talvolta ragioni regolamentari per le quali taluni progetti non possono essere resi pubblici anzitempo.
In questi casi dovrete quindi fidarvi inizialmente del giudizio vostro interlocutore.
A valle del primo colloquio un head hunter capace avrà compreso se la posizione vacante possa essere in linea con quanto vi siete raccontati durante il colloquio e con le vostre aspirazioni. Se sulla base delle informazioni che avrete raccolto deciderete quindi di esplorare l’opportunità, il selezionatore potrà condividere il vostro profilo professionale con l’azienda per comprendere se risulti di interesse.
Successivamente a questa validazione, l’head hunter potrà finalmente darvi tutti i dettagli sulla posizione e sul contesto aziendale in cui si colloca, in modo che possiate prepararvi per il primo colloquio con i manager. Dopodiché, l’head hunter sarà spesso incaricato di farvi ricevere un feedback.
Ricordate che ambasciator non porta pena: se il feedback non sarà positivo, fatene tesoro e cercate di trarre indicazioni utili per il futuro. Sentiamo spesso di candidati che non hanno ricevuto feedback dopo un primo colloquio con altre agenzie. Questo può capitare per vari motivi. Sicuramente, uno di questi potrebbe essere la scarsa professionalità del selezionatore con cui sono in contatto.
Può anche darsi che l’azienda cliente – per svariati motivi – non abbia comunicato all’head hunter un feedback specifico sul colloquio. In questo caso egli non potrà che comunicarvi esclusivamente l’esito e cercare di raccogliere ulteriori dettagli sulle motivazioni.
È infine possibile che l’head hunter non abbia trovato ancora il tempo per chiamarvi. Potrebbe avere molto lavoro o -anche questo succede – essere andato in vacanza (o in trasferta) per un paio di settimane.
Non demoralizzatevi e provate a contattarlo attivamente. Chiamatelo o scrivetegli una mail Tanto più sarete proattivi, quando più il vostro referente sarà motivato a sollecitare un feedback specifico dall’azienda che vi ha colloquiato. In questo caso, avrete tutto da guadagnare, perché potrete fare tesoro degli elementi che non sono andati bene nel colloquio, e migliorare la vostra preparazione per il futuro.
Se vi interfaccerete con un professionista di Talent Acquisition Partners, incontrerete un approccio fortemente incentrato sulla persona e sull’instaurazione di una relazione di rispetto e comprensione umana.
Nel nostro lavoro, prioritizziamo il rispetto degli interlocutori tanto quanto l’efficacia nelle selezioni. Abbiamo quindi l’ambizione, in ogni colloquio, di provare a comprendere non solo le dinamiche lavorative e di carriera, ma anche i desiderata personali e le situazioni familiari dei candidati, impegnandoci a conciliare tutti gli aspetti professionali e personali con lo scopo di stabilire un rapporto di collaborazione sincero, duraturo nel tempo e non finalizzato ad un’unica opportunità.
Selezioniamo i nostri clienti con attenzione e per lo più saranno loro stessi a comunicarci un feedback specifico ed articolato dopo i colloqui.
Potrete quindi chiederci sempre un riscontro specifico, e nelle rare occasioni in cui non potremo comunicarvelo immediatamente, sarà nostro specifico impegno sollecitare l’azienda per una comunicazione puntuale e dettagliata. Confidiamo che questo articolo possa avervi dato maggiori informazioni su come avviene il primo contatto con un head hunter. Qualora aveste ulteriori dubbi o voleste suggerirci qualche altro punto da trattare, non esitate a contattarci!